Racconti a 100 mani
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Racconti a 100 Mani!

L'inizio di una collezione

Autore SGMWriter
Pubblicato il 18-01-2011

Una fredda giornata era appena iniziata, ma un tiepido sole illuminava le case mentre Virginia andava a lavoro. La strada era gelata, ma percorribile. L' autoradio trasmetteva un notiziario del traffico, anche oggi come sempre, non ci sarebbero stati problemi di ingorghi. Il luogo dove abitava era tranquillo, fin troppo...Virginia
guidava verso la meta e pensava a come sarebbe stata la sua vita lontano da quella fredda valle dove aveva vissuto fin dalla nascita. Da sempre avrebbe voluto andare in un posto migliore, più caldo e accogliente, ma poi il pensiero della nostalgia che avrebbe avuto abbandonando il paese di origine l'aveva sempre bloccata. Una decisione troppo dura da prendere. All'improvviso una telefonata interruppe i suoi pensieri. Il vivavoce gracchiò un po' e la conversazione iniziò:

- "Buongiorno"
- "Buongiorno"
- "Lei è la signora Virginia Rosis?"
- "Sì sono io"
- "sono Francesco, chiamo dalla sua banca ci risulta che il suo conto è in rosso, dovrebbe sanare questa situazione al più presto prima che le vengano addebitati ulteriori interessi sul rosso."
- "Guardi deve esserci un errore, non ho effettuato prelievi né altre operazioni in uscita e l'accredito dello stipendio sul conto presso di voi è ancora attivo e dovrebbe coprire ampiamente le mie spese mensili"
- "A noi risulta un rosso, dovrebbe venire in agenzia appena possibile in modo da verificare insieme la sua situazione, quando può passare?"
- "A che ora chiudete?"
- "Siamo aperti dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 15.30, dal lunedì al venerdì"
- "Oggi che giorno è?"
- "Venerdì"
- "Va bene quindi passo dopo pranzo, dovrò prendere qualche ora di permesso anche oggi, uffa"
- "Mi dispiace... Se vuole può venire lunedì mattina.."
- "No, voglio risolvere subito questa situazione che mi provoca ansia altrimenti! A più tardi.."
- "A dopo, buon proseguimento di giornata"
- "A lei!"

Ora anche questa pensiero iniziò a riempire la mente della ragazza che ormai era arrivata a destinazione. Il parcheggio dell'azienda era piccolo e pieno, ma riuscì a trovare un posto, l'ultimo. Contenta di quella piccola fortuna, andò verso l’ingresso, salutò il portiere e si recò al suo ufficio. Il lavoro di Virginia era di quanto più noioso al mondo, tanti anni di studio per stare davanti a un PC a lavorare su tanti piccole parti di progetti diversi, un modo sicuro di lavorare molto avendo pochi riconoscimenti. Una lavoratrice nell'ombra, utile a volte indispensabile, ma invisibile.
Il suo ufficio, di solito condiviso con altre quattro persone, era vuoto. Un collega era stato appena trasferito, l'altro collega era malato e gli altri due in missione all’estero.
La giornata sembrava non dover passare mai, ma invece volò tra i vari compiti assegnati ed ecco che arrivarono le 14. Ora di recarsi in banca senza nemmeno aver mangiato un boccone, guidando mangiò uno snack che aveva in borsa e arrivò davanti alla sede della sua banca. Un palazzo antico appena ristrutturato con la tipica porta blindata scorrevole antirapina all'ingresso. Stranamente questa volta si aprì senza

fare i soliti capricci. Una volta all'interno chiese dove fosse l'ufficio del direttore a un'impiegata che l'accompagnò alla porta.

- "Ecco questo è l'ufficio del vice direttore, il direttore non c'è." disse l'impiegata sorridendole, ma mantenendo l'aspetto serio di chi lavora in banca.
- "Grazie" rispose Virginia e bussò alla porta del vice direttore che le apri, la salutò e la fece entrare. L'ufficio era ben arredato, sobrio ed elegante al tempo stesso. Le poltrone in pelle nera e i mobili di colore nero. La scrivania di vetro oscurato. Tanta austerità era mitigata da uno di quei globi in vetro utilizzato come fermacarte, la sfera al suo interno conteneva una miniatura di una piccola città con in evidenza una struttura rappresentativa della banca. Il liquido era leggermente celeste quasi per rappresentare il cielo. La neve sembrava essere costituita da piccoli brillantini dorati tutti giacenti sul fondo. Sulla base era intarsiato il numero dell'anno che stava per iniziare: il 2011. Probabilmente la sfera doveva essere un dono Natalizio da dare ai clienti. L'ampolla subito colpì Virginia poiché era molto ben fatta e soprattutto perché rompeva la monotonia di quell'ufficio, avrebbe voluto chiedere al vice direttore di prenderla per vederla meglio, ma questi iniziò a parlare:

- "Signora Rosis ci risulta che lei ha un bel debito con noi.."
- "Veramente a me non risulta, quanto sarebbe il debito?"
- "Ben 10000 euro!"
- "Non ho mai speso una cifra simile, né mi sono arrivati messaggi che comunicavano addebiti fraudolenti sulla mia carta di credito"
- "Guardi risulta che ha dato un assegno per comprare un' auto usata"
- "Veramente non ho comprato auto, la mia la ho dal 2005 e va benissimo! Del resto lavoro vicino e quindi faccio pochissimi km l'anno, è troppo nuova per cambiarla."
- "Forse qualcuno le ha rubato il blocco degli assegni?"
- "Guardi, non l'ho richiesto, non mi serve dato che uso solo bonifici e carta"
- "Ma invece risulta che l'ha chiesto il cointestatario del conto"
- "Cointestatario?"
- "Sì il signor Marco Bianchi"
- "E chi è?"
- "Non è suo marito?"
- "Non sono sposata.."
- "E' il suo compagno?"
- "No, per l'amor del cielo, non lo conosco e al momento sono felicemente single"

La signora aveva mentito, non sul conoscere il marito, ma sul fatto che fosse felicemente single, in realtà avrebbe voluto un compagno, ma tra il lavoro, la famiglia ingombrante e altri impegni, non aveva avuto il tempo di dedicarsi a tali relazioni sociali.

- "Eppure qui risulta"
- "Scusi ma non è che è un caso di omonimia? Io sono nata nell'80!"

Il vice direttore controllò e molto imbarazzato capì che c'era stato un errore e cercò di rimediare in qualche modo.

- "Signora, anzi signorina, mi dispiace ci deve essere stato un errore.."
- "Guardi sono una persona molto paziente, ma per colpa vostra ho dovuto perdere

preziose ore di permesso a lavoro. Dovreste fare più attenzione!!" rispose alterata la Rosis.
- "Signorina, mi consenta di rimediare.. Le offro un anno di conto corrente a spese zero"
- "Solo spese zero? Dovrebbe già essere così visto l'accredito dello stipendio e la somma depositata consistente"
- "Allora mi permetta di offrirle una cena"
- "Sì così poi sua moglie..."
- "Sono sigle anche io in realtà.."
- "Davvero?"
- "Sì, purtroppo mi sono dedicato troppo al lavoro ed eccomi qui single a 40 anni"
- "Be' in tal caso potrei accettare, ma per il conto?"
- "Spese zero come le dicevo prima, sa più di così non mi è concesso, al massimo posso darle qualche gadget aziendale, le piace questa sfera che ho su la scrivania? Prima mi sembrava che la stesse guardando. A me questi oggetti piacciono moltissimo."
- "In effetti ha ragione, la stavo guardando, mi ha colpito il modello che c'è all'interno, è fatto davvero molto bene"
- "La osservi pure da vicino, esiste anche più grande e più piccola, questa è la misura media di circa 10 cm di diametro." Virginia prese la sfera e l'agitò con forza, i brillantini erano misti a neve e a qualcosa di colorato, si avvicinò per guardare meglio ed esclamo:

- "Sono banconote!"
- " Sì", rispose il vice, "la neve è mista a banconote e quelli che sembrano brillantini sono riproduzioni in miniatura di monete da uno e due euro"
- "Che sfizio! Davvero un'idea originale e in tema con lo sponsor"
- "Sì, ne vuole una?"
- "Be', in realtà non le colleziono"
- "Allora gliene do una di ogni misura così avrà una piccola collezione completa, che ne pensa?"
- "E l'invito a cena?"
- "Non si preoccupi, per farmi perdonare dal disagio che le abbiamo creato, è tutto compreso: cena, promozione sul conto e sfere." disse il vice direttore sorridendo composto.
- "Va bene allora.."
- "Va bene.."

Il vice direttore prese le chiavi e aprì l'armadio dove erano custodite le ampolle con la neve insieme agli altri gadget e ne prese tre, di misure diverse, ancora imballate da dare alla cliente.

- "Queste sono le sfere, ora firmo il modulo per l'anno di conto gratis e l'invito a cena è per questo sabato, se lei può"
- "Grazie, sabato dove?"
- "Da Pino, qui in piazza, passo a prenderla per le otto?"
- "No grazie, ci vediamo là alle otto e dieci"
- "Perfetto"
- "La ringrazio, ora però devo rientrare in ufficio"
- "Ma certo, vada pure, ci vediamo sabato quindi, questo è il mio biglietto da visita se dovessero esserci problemi.."
- ".. e questo è il mio" I due si congedarono cordialmente, la ragazza era rimasta piacevolmente colpita da quell'uomo e ritornando in ufficio pensò a cosa mettersi per quell'appuntamento appena concordato per il giorno seguente.
Le poche ore rimaste da fare in ufficio sembravano non passare mai, era tanta la voglia di arrivare a casa per vedere quel set completo di ampolle ed essere libera di provare qualche vestito abbinato a scarpe e borsa adatte. Finalmente l'ora di uscire da lavoro e tornare a casa arrivò. Il viaggio verso casa le sembrò durare pochissimo, appena arrivata la prima cosa che fece fu scegliere un mobile adeguato per esporre quei simpatici oggetti che le erano stati donati poche ore prima. Dopo un’attenta ispezione delle stanze della casa, decise che il posto migliore dove esporle era il soggiorno sul piano di granito nero che lo separava dalla cucina e che sembrava essere fatto apposta per esporle mantenendole al sicuro. Virginia non aveva mai pensato di iniziare una collezione di sfere, ma più le guardava e più le piacevano. Cercò qualche informazione su internet e scoprì che esistevano tanti siti, in particolare trovò un portale dedicato alle sfere con la neve, di nome snowglobemania, sembrava essere quello più adatto per raccogliere informazioni e scambi di opinioni per capire questo mondo in miniatura e sommerso. Dopo qualche prova di vestiti per la sera seguente, decise che non ne aveva uno adatto, neanche le scarpe erano idonee alla cena da Pino con il direttore e quindi il giorno dopo avrebbe dovuto andare a fare shopping. Si preparò un toast a volo per cena e, dopo un po' di tv, andò a dormire sognando del giorno seguente e delle sfere.


[Autore: Francesco Scritto il 18-01-2011]
La mattina seguente si svegliò contenta, aveva dormito benissimo, il sabato si preannunciava diverso dal solito, prima tanto shopping con le amiche e poi un invito a cena con un uomo che sembrava piacerle. Dopo aver fatto la doccia e la colazione, chiamò la sua migliore amica, Gioia, per andare a fare spese e prepararsi per l'appuntamento. Gioia, non essendo patentata, non aspettava altro che sfruttare il passaggi dell'amica per andare nei negozi troppo lontani da casa sua. Virginia diede un ultimo sguardo a quelle tre sfere donategli il giorno prima e uscì per andare a prendere l'amica. Giunta sotto casa di Gioia, la trovò là che aspettava con ansia.

- "Ciao, dai sali!"
- "Ciao, arrivo..."

Gioia salì e Virginia partì rapidamente con ben in mente i negozi da raggiungere.

- "Come mai tanta fretta?"
- "Sai stasera ho un appuntamento e non ho né scarpe né vestito adatto."
- "Be', ma con quel fisico che hai a te sta bene tutto!"
- "Sei troppo gentile, ma stasera voglio sentirmi al 100%."
- "Ti piace così tanto, chi è? Come lo hai conosciuto?"

E così le due amiche iniziaro a parlare di quello che era successo in banca il giorno prima, mentre si dirigevano al primo negozio di vestiti.





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